L'acqua distribuita attraverso i rubinetti delle nostre abitazioni è garantita come potabile ed è sottoposta a controlli da parte degli enti preposti, oltre che dall'autocontrollo eseguito dal gestore del sistema di distribuzione.
Lo standard di qualità è definito a livello europeo, adottato anche dall'Italia. Il giudizio di potabilità ne garantisce l'idoneità al consumo umano, assicurando l'assenza di microorganismi e parassiti, oltre che di sostanze pericolose per la salute.
I gestori eseguono molti saggi giornalieri ma il giudizio di idoneità viene emesso dall'Azienda Sanitaria Locale (ASL), la quale analizza i parametri chimici di base (solfati, cloruri, sodio, potassio, magnesio, nitrati e durezza), la presenza di solventi clorurati, di metalli, di microinquinanti e inquinanti biologici.
I risultati di questi controlli sono pubblici e vengono annualmente pubblicati sullo statuto dell'acquedotto di competenza.
Vi possono però essere dei fenomeni di inquinamento che non sono legati al prelievo dell'acqua alla fonte, ma piuttosto alla sua distribuzione: spesso gli impianti di distribuzione sono vetusti e la manutenzione è stata insufficiente per decenni e, soprattutto, i vecchi tubi di ferro possono essere stati corrosi dalle correnti elettriche vaganti. Il risultato di questo invecchiamento è un impianto che disperde acqua nel terreno, ma più di tutto, è la possibilità che degli inquinanti possano penetrare attraverso fessure, fori o rotture e raggiungere così il nostro rubinetto di casa.
Nell'immaginario comune vi sono credenze legate al contenuto di sodio (Na) e calcio (Ca) nelle acque potabili. Ciò può essere vero solo in caso di particolari patologie. Ci affanniamo ad ascoltare i consigli della pubblicità e andiamo alla ricerca di acque povere di sodio (con un contenuto inferiore a 0.1 milligrammi di sodio per litro d'acqua), per poi condire una porzione di insalata con del sale da cucina che ne contiene una quantità 1000 volte superiore!
Stesso discorso si ripresenta per il calcio, una possibile causa della formazione di calcoli renali. Ci fanno paura alcuni milligrammi disciolti nell'acqua potabile e poi acquistiamo costosi e iperpubblicizzati integratori di calcio per prevenire l'osteoporosi!
Non possiamo però dimenticare che, oltre che ai potenziali rischi per la salute, quantità eccessive di calcio rappresentano un pericolo soprattutto per i nostri elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, scaldabagno ecc.).
Attraverso le nostre analisi verifichiamo che il contenuto di sodio, calcio e altri minerali sia compreso entro i limiti di legge e che non siano presenti inquinanti chimici (quali pesticidi, idrocarburi e solventi clorurati) che nulla hanno a che fare con l'acqua di fonte.
Naturalmente, su richiesta del cliente e per problemi specifici, appoggiandoci ad un laboratorio qualificato, siamo anche in grado di effettuare analisi molto approfondite su tutti i potenziali componenti e contaminanti dell'acqua potabile.
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